Frattura acetabolo

Per frattura dell’acetabolo si intende la rottura della porzione interna della cavità di forma sferica che accoglie la testa del femore. Questo tipo di frattura ha un’incidenza minore rispetto alle fratture della testa e del collo del femore. Generalmente queste avvengono dopo traumi ad impatto notevole come ad esempio nel trauma da cruscotto in cui la testa del femore si trasforma in un ariete che sfonda la cavità acetabolare provocando una frattura, oppure quando si ha un trauma da impatto in posizione eretta. Anche problemi di natura ormonale, che conducono spesso ad osteoporosi, possono provocare fratture della cavità acetabolare.
Spesso questo tipo di fratture richiedono un intervento chirurgico.

Anatomia anca

L’anca è una delle articolazioni più complesse del corpo umano.

La sua anatomia è strutturata in modo tale da far si che la testa del femore di tipo circolare si incastri all’interno di una cavita di tipo sferico. Tra le due superfici si interpone la cartilagine ialina che ha lo scopo di attutire e ammortizzare gli impatti che avvengono tra le due ossa. L’articolazione si compone anche di capsula  legamenti  e muscoli che hanno lo scopo sia di contenimento dell’articolazione che di sviluppare la forza per le diverse attività motorie come saltare giocare.

Quando vi è un forte traumatismo a livello dell’anca anche le strutture vicine come organi nervi e vasi potrebbero venire interessati.

Frattura acetabolo conseguenze

Generalmente ogni frattura viene classificata a seconda della gravità  se si presentano alcune condizioni come: se sono presenti più fratture e quale è la dimensione della frattura. Prima di tutto è necessario valutare se la frattura è aperta o chiusa in modo da evitare contatti con l’esterno che potrebbero provocare infezioni serie. Poi bisogna valutare se i frammenti di frattura sono allineati o no, e se vi è spazio tra i due monconi di frattura che possono sovrapporsi l’un con l’altro. Bisogna valutare anche un eventuale interessamento delle parti molli come muscoli legamenti vasi e nervi. Per la sua struttura anatomica le fratture dell’acetabolo di tipo aperto sono pressoché inesistenti. 

Cause 

La causa principale è data da traumatismi ad impatto come nel trauma da cruscotto o da una caduta da posizione eretta.

Sintomi 

Quando il paziente sperimenta  la frattura dell’acetabolo il primo sintomo che compare ovviamente è dolore sulla parte interessata dalla frattura che tende a peggiorare durante un’attività motoria. Quando vi è l’interessamento di nervi o vasi il soggetto traumatizzato avvertirà debolezza formicolio lungo l’arto interessato, impossibilità a muovere la caviglia. 

Diagnosi

Quando i pazienti si fratturano l’acetabolo per prima cosa vengono portanti d’urgenza al pronto soccorso per la valutazione dei sintomi.

Si valuteranno il bacino i fianchi le gambe, la possibilità di movimento delle caviglie, la sensibilità al tatto in quanto alcuni nervi o vasi possono essere recisi dai monconi di frattura. Gli esami diagnostici che vengono utilizzati per formulare la diagnosi di frattura sono: raggi X fatti in diverse proiezioni che servono a mostrare come si è sviluppata la frattura, e per capire come si sono posizionati eventuali monconi di frattura. Tomografia computerizzata che tramite immagini a proiezioni trasversali riescono a fornire al medico immagini ancora più dettagliate e precise.       

Frattura acetabolo riabilitazione

Dopo un’attenta valutazione il medico deciderà quale opzione di trattamento se chirurgica o conservativa risulterà più adatta, secondo le condizioni mediche attuali del paziente.

Trattamento conservativo

Il trattamento conservativo generalmente viene indicato per tutte quelle fratture composte in cui non vi è spostamento dei due monconi oppure il paziente non può essere operato per eventuali problemi postoperatori come malattie cardiache, osteoporosi ecc…
Deambulatori, ausili come stampelle canadesi devo essere utilizzate soprattutto nelle prime fasi del trattamento, e fino a quando le ossa non saranno del tutto riformate. Farmaci non steroidei come fans insieme ad anticoagulanti verranno prescritti per avere meno dolore e fluidificare il sangue visto l’immobilità.

Trattamento chirurgico

Le fratture acetabolari vengono generalmente trattate tramite un intervento di tipo chirurgico. Di primaria importanza sarà ristabilire l’integrità della superficie articolare per permettere lo scorrimento tra testa e cavità acetabolare.

L’intervento chirurgico mira a ricostruire la cavità articolare per permettere ai due monconi di essere riallineati e preservare cosi la testa del femore. Generalmente i giorni preoperatori sono caratterizzati da una trazione scheletrica per tenere bloccata l’articolazione in modo da prevenire ulteriori lesioni e danni vascolari o nervosi. Nella trazione scheletrica dei perni metallici vengono impiantati sia a livello della testa del femore sia a livello della tibia in modo da mantenere i due frammenti il più vicino possibile e in una giusta posizione.

Quando per un impatto ad alto potenziale energetico come avviene nel trauma da cruscotto l’acetabolo risulta essere fortemente danneggiato a quel punto è necessario sostituire la cavità tramite una protesi.

Come gestire il dolore

Post-intervento è normale che il dolore rappresenta una parte importante del processo di recupero. Cercare soluzioni che possano aiutare a controllare il dolore è una cosa di primaria importanza, cosi come prescrivere dei farmaci. Qualora il dolore non dovesse diminuire è necessario consultare un chirurgo ortopedico. 

Frattura acetabolo tempi di recupero

Nelle prime fasi di recupero funzionale il carico sarà limitato sull’arto interessato tramite un deambulatore in modo da evitare eventuali disallineamenti dei due monconi e quindi di peggiorare la sintomatologia. Verrà incoraggiato del movimento precoce sotto ausili in modo da  vascolarizzare i tessuti e ridare un pò di tonicità. Quindi il paziente verrà incoraggiato ad alzarsi dal letto e a fare esercizi specifici sotto la supervisione di un fisioterapista.

Ovviamente sia la difficoltà che le modalità di esercizio verranno aumentate per sviluppare più forza e resistenza 

Modalità di esercizio

Qualora l’obiettivo sia tornare a fare attività di tipo sportivo bisognerà attuare una modalità di intervento che possa guidare il paziente a riprendere al più presto il giusto gesto atletico. Alcuni pazienti data l’importanza della frattura è possibile che non torneranno a livelli pre gara. Ovviamente sarà il medico a stabilire quando l’atleta sarà in grado di poter competere all’interno della sua attività sportiva. Inizialmente attività come cyclette e nuoto possono essere consigliate per avere un basso impatto energetico sull’articolazione traumatizzata. A volte sono necessari dagli 8 ai 12 mesi per tornare in campo.

Complicazioni post-frattura

A volte possono comparire alcune complicazioni postchirurgiche.

Infezione post-chirurgica

Nonostante i numerosi progressi della medicina e delle tecniche chirurgiche a volte possono verificarsi infezioni sul sito chirurgico. Queste possono verificarsi vicino la ferita. Vengono curate tramite antibiotici.

A volte possono formarsi anche coaguli di sangue in quanto sia l’immobilizzazione sia il tipo di fratture possono portare il sangue ad essere rallentato. Ecco perché è bene prescrivere degli anticoagulanti.

Come già detto in precedenza  le fratture acetabolari possono portare ad un’erosione della superficie cartilaginea e a sviluppare quindi un’artrosi chiamata post-traumatica. In questi casi viene effettuata un’operazione chirurgica che ha lo scopo di sostituire parte dell’acetabolo tramite protesi.

Lesioni del nervo sciatico che passano a livello del grande foro ischiatico sono un’evento molto comune. Esso si manifesterà tramite una perdita di forza e sensibilità su tutto l’arto con impossibilità a flettere la caviglia.

Calcificazioni a livello di grossi tendini come quello del quadricipite chiamate ossificazioni eterotopiche sono rare ma possono comunque verificarsi. A seconda della gravità possono essere utilizzate o tecniche manuali come stretching o nei casi più gravi anche rimozione chirurgica delle calcificazioni.

La necrosi avascolare o meglio l’interruzione del normale afflusso di sangue alla testa del femore o alla cavita acetabolare è anch’essa un’evenienza comune che portano le cellule ossee alla morte causando dolore e riduzione della mobilità articolare.

La guarigione completa generalmente si ha in un lasso di tempo che va dagli 8 ai 12 mesi. La velocità di recupero così come la giusta consolidazione variano a seconda di alcuni parametri come: età del paziente, lo stato di salute al momento dell’incidente, il tipo di frattura se composto o scomposta l’allineamento dei due monconi di frattura. Generalmente comunque tutti i pazienti tornano ad una ripresa di tutte le attività lavorative.

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