Strappo muscolare. Cause e trattamento

Anatomia e fisiologia del muscolo tricipite

Il tricipite surale è un grosso muscolo che risulta essere composto a sua volta dai due gastrocnemi rispettivamente mediale e laterale insieme al muscolo soleo. Questa grossa massa muscolare chiamata anche polpaccio svolge un ruolo molto importante nei movimenti che prevedono spinte e compressioni come la camminata. Esso svolge anche un’azione di stabilizzazione in quanto impedisce al corpo di cadere durante la fase del passo. Questi muscoli terminano infine nel tendine di Achille che si attacca alla tuberosità posteriore del calcagno. Per la sua particolare anatomia risulta essere soggetto a molti infortuni perchè viene sovraccaricato in molti sport che richiedono una forza esplosiva che si sviluppa a partire dagli arti inferiori.

Strappi stiramenti sono patologie molto frequenti in alcuni sport. I muscoli che generalmente vengono colpiti con maggiore incidenza sono quelli del polpaccio della colonna vertebrale soprattutto il tratto lombare quelli della porzione posteriore della coscia come gli ischiocrurali in quanto sono muscoli molto voluminosi e lunghi che sviluppano una grande forza di contrazione.
Quando il muscolo è soggetto ad un’azione muscolare improvvisa che va oltre il normale range articolare allora parliamo di contrattura muscolare. In questi casi in cui il muscolo viene sollecitato senza rottura delle fibre, ma il paziente avverte un forte indolenzimento ed un zona che diventa molto dura. Parliamo di stiramento muscolare quando non vi è nessuna rottura delle fibre ma solo un allungamento oltre la normale fisiologia che però non provoca nessun danno. La sintomatologia tipica di uno stiramento è della dolenzia sul punto interessato che si manifesta quando si fa attività. Il sintomo più tipico è un dolore acuto ben localizzato che insorge durante l’attività. Quando invece vi è una vera e propria interruzione di continuità delle fibre muscolari parliamo di strappo muscolare che può essere totale o parziale a seconda dell’interessamento delle fibre. Questi tipi di lesione sono sempre accompagnati da
ematoma e stravaso ematico

Strappo muscolare polpaccio.

Quando la caviglia passa in modo repentino dalla posizione di flessione a quella di estensione il tendine del polpaccio si trova a cambiare posizione in maniera molto veloce e ciò può portare il tendine ad essere tirato troppo dalla sua zona di inserzione come la tuberosità calcaneare. Di solito questi cambi direzionali si hanno soprattutto in sport di scatti brevi che possono traumatizzare il sistema muscolare. A livello dell’arto inferiore tutta la catena cinetica posteriore è soggetta a strappi muscolari soprattutto a livello dei due gemelli.

Molti sport tra cui il calcio il football americano le mma richiedono movimenti specifici che coinvolgono grandi gruppi muscolari i quali sottopongono le articolazioni a sforzi di taglio notevoli con l’effetto di poter produrre degli strappi muscolari. Alcune condizioni come la mancanza di riscaldamento oppure l’inizio di un’attività sportiva nuova che danno degli stress su muscoli non allenati possono favorire problematiche come gli strappi o gli stiramenti

Differenza di gradazione degli strappi muscolari

Per quanto riguarda gli strappi muscolari essi vengono divisi in 3 gradi. La divisione nasce da quanto importante può essere la lesione che si presenta e se la rottura risulta essere totale o parziale.

Quando ci troviamo davanti uno strappo di I grado le fibre muscolari risultano essere coinvolte in maniera molto superficiale e il numero di fibre interessate dalla lesione risultano essere molto poche. La sintomatologia è caratterizzata da dolore che si manifesta solo con il movimento che risulta esser rimasto buono. Il dolore che i pazienti avvertono è uguale a quello di un colpo penetrante che seppur porta dolenzia sulla zona interessata il paziente può ancora articolare bene il movimento.
Potrebbe essere presente anche un leggero ematoma con formazione di liquido.

Quando ci troviamo di fronte ad uno strappo di 2 grado generalmente le fibre interessate presentano una vera interruzione di continuità nei fasci muscolari. La sintomatologia è caratterizzata dall’incapacità di muovere completamente l’arto a seconda se la rottura è stata totale o parziale dolore importante e a volte l’impossibilità a continuare attività di tipo sportivo

Per ultimo consideriamo lo strappo di 3 grado. Qui vi è un’importante lesione che può coinvolgere anche tutto il muscolo. In questo tipo di lesione vi è la totale incapacità nell’articolare il movimento, dolore molto intenso e formazione di ematomi molto grandi con stravaso ematico. Nelle lesioni di III grado il dolore è molto forte. La rottura può causare anche la formazione di un infossamento nella zona interessata.

Quando si avverte durante un’attività sia esso sportiva sia di vita quotidiana uno strappo che a volte può essere preceduto da un crack bisognerebbe interrompere immediatamente l’attività svolta e iniziare un periodo di recupero e riposo, visto che sarebbe opportuno non sovraccaricare la parte lesionata in modo da favorire la formazione di nuovo tessuto collagenico.

Necessaria è una visita di tipo specialistica per capire il reale effetto della lesione. Ecografie risonanze e lastre sono esami che possono coadiuvare in modo importante una visita di tipo medica manuale.

Strappo muscolare: trattamenti da effettuare

Questo tipo di lesioni vengono curate tramite una serie di step che prevedono una fase inziale di terapia Rice ovvero riposo ghiaccio compressione della zona lesionata ed elevazione.
In questo tipo di lesioni il riposo è di assoluta importanza in quanto azioni di tipo motorio come camminare risulterebbero deleterie e potrebbero diminuire l’efficacia della terapia e bloccare ripresa. Il ghiaccio serve per diminuire l’infiammazione tramite vasocostrizione, diminuendo lo stravaso ematico. La modalità d’uso del ghiaccio è quella di fare delle applicazioni di 15 minuti per 4-5 volte al giorno. Il calore viene sconsigliato in questo tipo di lesioni. Il bendaggio serve per bloccare l’avanzamento dello stravaso ematico che si forma non appena vi è la rottura dei vasi. Infine l’elevazione serve per evitare accumuli di sangue in periferia e facilitare il drenaggio postinfortunio.
Farmaci da banco come fans non steroidei del tipo ibuprofene possono essere utilizzati per alleviare il dolore. In associazioni anche drenanti come il fortilase possono dare un buon contributo nel facilitare il drenaggio dei vasi. Pomate cerotti possono anche essere utilizzati per coadiuvare terapie di tipo farmacologico. Tutori calze compressive vengono consigliate per aiutare lo scarico della zona lesionata

A seconda della gravità delle lesioni la prognosi sarà ben diversa. Le lesioni di I grado rispondono bene alla terapia rice e possono eliminare la sintomatologia in un tempo abbastanza breve e in genere occorre all’incirca un tempo che va dalle 2 alle 3 settimane.
Le lesioni di II grado necessitano di un tempo di recupero più lungo che in genere si attesta intorno ai 30 giorni.
Le lesioni di III grado possono necessitare anche di interventi di tipo chirurgico che ovviamente allungano di molto il tempo di recupero rispetto alle prime due lesioni.

Qualora lo specialista di riferimento ravveda la necessità di effettuare una riabilitazione per ripistinare il movimento articolare perso esso può prescrivere fisioterapia sia di tipo manuale sia di tipo strumentale come tecarterapia laser alta potenza. Qualora condizioni come gonfiore ed ematoma, persistano è necessario proseguire con ghiaccio e preservare una fasciatura che costringa bene l’ematoma. L’uso di stampelle deve essere mantenuto fino a quando il paziente non riesce a poggiare l’arto senza dolore.

Qualora la riabilitazione abbia apportato i giusti benefici e il paziente può iniziare a caricare e camminare sull’arto interessato le stampelle possono essere progressivamente abbandonate sempre ascoltando però le risposte del corpo al carico.Qualora il carico sull’arto interessato non dia più dolore può essere valutato il rientro in attività sportive.

Quando si subisce un infortunio del genere la formazione di nuovo tessuto collagenico può comportare un minor scorrimento delle fibre muscolari. In questo caso il tessuto diventa anaelastico anche perchè vi è la formazione di cicatrice che porta aderenze sui tessuti. Questo può comportare anche la perdita di forza muscolare soprattutto nelle prima parte della riabilitazione. Necessario non appena si riprende un’attività di tipo sportivo avere più accortezza e non sovraccaricare.

Anche l’alimentazione può giocare un ruolo chiave nel recupero funzionale e nel miglioramento della performance sportiva. L’assunzione giornaliera di un determinato dosaggio di vitamine minerali e proteine può migliorare anche il recupero postworkout
Anche l’utilizzo di integratori come creatina e glutamina possono apportare notevoli benefici nella salute globale di uno sportivo.

Come prevenire uno strappo al polpaccio

Qualsiasi allenamento svolto soprattutto dopo un infortunio del genere deve essere sempre preceduto da una fase che consenta al muscolo di essere caldo a sufficienza per poter sviluppare la giusta fora e coordinazione muscolare. Molto importanti saranno esercizi che consentano un allungamento del muscolo in questione in modo da aumentare la flessibilità e la vascolarizzazione sulle fibre muscolari. L’allenamento deve essere svolto solo quando il corpo è in grado di svolgere quegli esercizi senza dover caricare nei momenti in cui invece è necessario essere in recupero postworkout.
Anche i terreni possono svolgere un’azione negativa o positiva a seconda di come il corpo può rispondere ad essi, quindi sarebbe opportuno evitare terreni troppo duri o troppo viscidi.
Alla fine dell’allenamento sarebbe consigliato effettuare degli esercizi che mirano a contrastare la fatica, come ginnastica posturale defaticante.

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